\paperw5052 \margr0\margl0 \plain \fs20 \pard\tx456\tx1176\tx1896\tx2616\tx3336\tx4056\tx4776\tx5496\tx6216\tx6936\tx7656\tx8376\tx9096\tx9816\tx10536\tx11256\tx11976\ATXts192\ATXbrdr0 \f1 \fs20 Finalmente nel 1952 Alberto Ruz apr∞ la porta che si trovava ai piedi della gradinata: ôEntrai nella misteriosa cameraö - racconta lÆarcheologo - ôcon la strana sensazione di essere il primo che calpestava quella soglia dopo mille anni. Cercai
di guardarla con gli stessi occhi con cui la videro i sacerdoti di Palenque, quando lasciarono la cripta: volevo cancellare i secoli e ascoltare le vibrazioni delle ultime voci umane; mi sforzavo di capire il messaggio che gli antichi avevano lasciato in
violato per noiö.\par
Ormai non cÆerano pi∙ dubbi: davanti agli esploratori si trovava lÆultima dimora di un importante personaggio maya. Le pareti della camera sepolcrale erano decorate con nove figure, forse antenati o divinitα dellÆInframondo, mentre
al centro del pavimento si trovava un massiccio sarcofago di calcare. La lastra che chiudeva la sepoltura era istoriata da un bassorilievo che mostra il re tra le fauci del Mostro Terrestre (unÆallegoria della discesa nellÆaldilα), mentre sopra di lui s
vetta lÆAlbero della Vita, sulla cui sommitα sta appollaiato Itzamnß, il Dio Supremo nelle vesti di un ibrido metα uccello e metα serpente. Sollevato il coperchio, Ruz potΦ guardare infine in viso lÆantico sovrano: ôLa prima impressione fu quella di cont
emplare un mosaico verde, rosso e bianco. Poi il mosaico si scompose in dettagli: ornamenti di verde giada, ossa e denti dipinti di rosso e frammenti di una mascheraö.\par
Il corredo funerario era ricchissimo: una maschera, un diadema, orecchini, una co
llana, un pettorale, bracciali, anelli e statuine tutti in giada, nonchΘ preziose teste a tutto tondo in stucco, forse ritratti del sovrano stesso.\par
\pard\ATXts192\ATXbrdr0 Sebbene molti studiosi abbiamo identificato il defunto con il re Kin Pacal (ô
Scudo Solareö, dal glifo che lo rappresenta), Alberto Ruz non fu mai dÆaccordo con questa interpretazione e a tuttÆoggi non cÆΦ ancora una spiegazione definitiva.